di Salvo Barbagallo
Metamorfosi di una “categoria”: prima clandestini, poi immigrati, quindi migranti, ora profughi. Noi abbiamo parlato sempre di fuggitivi disperati che andavano assistiti. Nel modo giusto e opportuno. Adesso l’Europa apre la porta? L’Europa o il cambio di marcia improvviso della Merkel, pertanto della Germania? Noi d i f f i d i a m o a priori di scelte che non rappresentano soluzioni adeguate: queste “scelte estemporanee” non ci convincono, soprattutto ricordando gli ostacoli precedenti posti dalla stessa Merkel all’accoglienza dei migranti-profughi, o come li vogliate chiamare, di questi esseri umani in cerca di una nuova casa. Si accolgono solo i fuggitivi che provengono dalla Siria? E gli altri che provengono da altri territori in guerra, o da luoghi dove si muore di fame, li rimandiamo al mittente? E poi: un “numero chiuso”, come dice ora la Gran Bretagna? E delle altre centinaia di migliaia di esseri umani che si apprestano al loro viaggio della speranza-disperata, che ne facciamo? Continuaiamo ad alzare filo spinato e mura di cemento perché chi c’è, c’è, e chi non c’è non deve esserci? Perdonate la nostra diffidenza, ma non crediamo al “buon cuore” della Merkel o di quant’altri sono disposti, in questo momento, ad “accogliere” (con tanto di banda musicale e inno alla gioia) soltanto poche migliaia di disperati. Non basta. Non è sufficiente e tutti lo sanno. Il problema non è risolto, non si risolve con “atti di clemenza” una tantum: questo è solo fumo negli occhi.
Basti ricordare e prendere per “vero” ciò che ha sostenuto alcuni giorni addietro il generale Martin Dempsey, capo di stato maggiore delle forze armate Usa, che questa è “una emergenza enorme, una crisi reale che si protrarrà per non meno di 20 anni”, per rendersi conto che il flusso di fuggitivi nelle ultime 48 ore in Germania è solo la punta avanzata di una moltitudine la cui consistenza è incalcolabile. Cosa accadrà se questo flusso umano manterrà la stessa dinamica odierna?
Fumo negli occhi, quello della Merkel, mancando una soluzione definitiva e adeguata.
I problemi restano sul tappeto: si “tampona” al centro d’Europa (si fa per dire), e passa in secondo piano quanto continua a verificarsi nella periferia a sud, cioè nel Mediterrano dove navigano (oseremmo affermare, “indisturbati”) i barconi dei trafficanti. Una nota “Ansa” diramata ieri informava sui dati allarmanti forniti dall’Europol sulla crisi migranti: secondo l’Agenzia per la lotta alla criminalità dell’Unione europea, sono 30.000 i sospetti trafficanti d’esseri umani dietro all’immigrazione illegale in Europa. Questi dati sono stati forniti dal capo dell’unità crimine organizzato dell’Europol, Robert Crepinko, che ha affermato “Contrastare tali trafficanti è di sicuro la priorità assoluta, non solo per l’Europol ma per tutti gli Stati Ue. Se parliamo dell’intera immigrazione clandestina in Europa, non solo quella nel Mediterraneo, il numero dei sospetti è di 30.000 individui”. E in merito un’altra dichiarazione fa riflettere, quella della portavoce dell’Agenzia di controllo delle frontiere dell’Unione europea Frontex, Izabella Cooper: “I guadagni delle organizzazioni criminali derivanti dal traffico dei migranti – combinato con quello di esseri umani a fini di sfruttamento sessuale e lavorativo – hanno superato quelli derivanti dal traffico di armi e droga. Probabilmente è il business illegale più redditizio che ci sia”.
E poi non si è risolta la questione dell’accoglienza, dell’assistenza e dell’integrazione: non c’è un “piano”, non c’è ancora (che si sappia) un progetto che possa essere applicato. Ma la Merkel a chi vuole prendere in giro? Forse i mass media, pronti (quasi tutti, ma non tutti) ad applaudire. O forse quanti si auspicano di creare dieci, cento, mille “Cara di Mineo” per specularci sopra.